CINEMA. TERMINATOR GENISYS, di. A. Taylor | Ma che c’ho scritto, JohnConnor?

Film: Terminator: Genisys

Anno: 2015

Genere: Fantascienza

Cast: Arnold Schwarzenegger, Emilia Clarke, Jai Courtney, Jason Clarke, J.K. Simmons

TRAMA: Siamo in futuro dominato dalle macchine e da Skynet. Un soldato, Kyle Reese, viene mandato indietro nel tempo per salvare Sarah Connor, futura madre del capo della resistenza, dall’attacco di un Terminator senza scrupoli anch’egli spedito nello stesso posto e nello stesso tempo. Sembra il prologo del primo episodio della saga, in realtà qualcosa è cambiato e Kyle dovrà improvvisare.

AMMICCO, AMMICCO- Messo in cantina l’insalvabile “Salvation”, questo quinto capitolo tira subito fuori l’artiglieria pesante.

Hey pubblico, stavolta ti do proprio quello che cerchi!

E in effetti pronti via e già ci sembra di vedere delle scene molto famigliari. Si tratta di alcuni frames dei primi due (indimenticabili) capitoli, rifilmati da zero da Alan Taylor (Thor, The Dark World) e cambiati di quel tanto che basta per suggerirci che le cose non andranno come ben sappiamo. E c’è Schwarzie nella doppia veste giovane/CGI/villain e vecchio/carne e ossa/buono.

Purtroppo dopo un incipit convincente, una specie di Terminator 0.5, si entra in un vortice di eventi e fatti che tutto sono fuorché comprensibili. La sensazione che si tratti di un prequel dura poco perché la trama diventa sempre più (inutilmente? Volutamente?) criptica. Tutti i punti di forza del franchise restano in una dimensione temporale parallela che non arriverà mai e quello che (non) vediamo noi spettatori è una serie di timelines intrecciate, dai risvolti incomprensibili e, peggio ancora, brutti. Un esempio su tutti: il Giorno del Giudizio non è più nel 1997 ma nel 2017 (fra due anni), perché qualcuno ha modificato il corso della storia: un classico del filone sci-fi. E se vi state chiedendo cosa cavolo avete visto allora in T2 di James Cameron (1991), la risposta è servita: timelines parallele.  Il tutto è legittimato “sulla fiducia” dalla presenza di una fantomatica macchina del tempo.

NON FARTI DOMANDE- Ci sarebbero molte obiezioni da fare per ogni cosa e alla lunga le già flebili speranze di vedere un bel film di fantascienza muoiono affogate in un bel Chissenefrega.

E se tutti ‘ste menate farcite di paroloni copiaincollati dai manuali di fisica quantistica fossero solo fumo negli occhi di noi spettatori?

 C’è un punto imprecisato del film in cui chiunque abbia più di 30 anni si sente toccato nell’orgoglio. 

Lo scontro tra “CGI Scwharzie” e “old Schwarzie” è molto godibile, ma dura davvero poco. Tecnicamente Terminator Genysis è un film valido, anche se di tanto in tanto qualcosa è lasciato al caso, come quando uno dei temi classici della colonna sonora (sua maestà Brad Fiedel) indugia per diversi secondi sulla mano di Schwarzie che tiene per il collo un T1000 in decomposizione: l’impressione è che il film si incagli. Buoni gli effetti speciali, ma se Jim Cameron fece qualcosa di non poi così diverso quasi una trentina d’anni fa, ecco che anche questo aspetto si ridimensiona.

I protagonisti sulla carta sono ottime scelte: l’australiano Jai Courtney non è molto espressivo ma ha presenza fisica e i favori di Hollywood sono dalla sua; Emilia Clarke è bellissima e truccata proprio come Linda Hamilton del primo episodio, ma tra di loro non c’è granché chimica, tanto da far rimpiangere fin da subito i Kyle e Sarah originari. Per di più, la coppia di protagonisti fa cose sciocche come ad esempio cambiare il corso degli eventi futuri senza rendersene conto. Infine riecco J. K. Simmons dopo l’Oscar per Whiplash, in un ruolo a dir poco secondario.

C’è poi la trovata di dare un volto a Skynet e di farlo coincidere con Internet o qualsiasi dispositivo in grado oggi di tenere connesso l’intero pianeta (iCloud?). Ok, i tempi sono maturi per dare una collocazione verosimile a Skynet, ma se provi a dare  coerenza a quello che vedi, resti comunque deluso. Nulla di questo film riesce a catturarti, se si eccettua Arnie che si prende in giro. La sua icona è ancora viva ed è tutto ciò che tiene in piedi questo progetto. Un’icona vecchia ma non obsoleta, come lui stesso dice a più riprese, spesso ridendo (?).

NON SI ESCE VIVI DAGLI ANNI ’80- In fondo, con la scusa del reboot, questo Terminator e Jurassic World fanno la stessa cosa: evocare un ricordo lontano, resuscitare vecchi gloriosi dinosauri, Arnie ci perdoni, seppur geneticamente modificati (Schwarzenegger è un cyborg vecchio), sperando che il feedback del pubblico sia positivo. Il reboot contemporaneo è qualcosa che sfiora alla lontana il cuore del cinema. Ogni trovata sembra essere stata messa lì dopo una fredda, acidissima chiacchierata tra produttori. “Cosa può piacere al pubblico? Cosa dice la rete? Ok, impacchetta tutto”.  Serviva un espediente per giustificare la presenza di Schwarzenegger anziano et voilà (robot “anziano”, la pelle invecchia). Serviva un espediente per renderlo paterno con Sarah e l’hanno trovato. Serviva un espediente per accalappiarsi i fans di Game of Thrones ecc. ecc. Ma il guaio vero è che tutto questo materiale si tiene su troppo spesso con lo sputo. Il lavoro creativo “vero”, il rischio, non abitano più qui. Quando scoprirete il villain, inoltre, vi verrà voglia di denunciarli tutti.

Gli incassi del weekend, non esaltanti, premiano comunque Terminator Genisys, ma i produttori sembrano aver previsto anche questo [Vedi scena in basso]

IN CONCLUSIONE- Che stupido sono stato. Quando quell’amico ieri sera mi aveva detto: “Vieni con me se vuoi sopravvivere”, dovevo dargli retta ed andare anch’io al locale. Ed invece, da patetico ultratrentenne col culto della mia infanzia quale sono, non ne ho voluto sapere. “Vado al cinema a vedere Terminator: Genisys. C’è Schwarzie in carne e ossa. E’ tornato, capisci?”. “Non dirmi che non ti avevo avvertito”, è stata la sua chiosa prima di sparire. Esistono film che vorresti vedere un milione di volte, altri che “Ok bello, ma una volta basta e avanza” e infine ce ne sono alcuni che vorresti non aver mai visto. Diciamolo: Terminator Genisys è in cima alla lista numero tre. E si prevedono sequel.

I’ll be back. No, grazie siamo apposto.

Author: copyisteria

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