CINEMA. THE WOLF OF WALL STREET, di M. Scorsese

Film: The Wolf of Wall Street Regia: Martin Scorsese Anno: 2014 Cast:Leonardo Di Caprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Jean Dujardin, Matthew McConaughey

ESSERE JORDAN BELFORT- Martin Scorsese torna dietro alla macchina da presa per alimentare le illusioni e i sogni dell’uomo medio. La storia è quella di Jordan Belfort (che appare in un cammeo alla fine del film): broker finanziario truffaldino che a cavallo tra anni ’80 e anni ’90 riuscì a costruirsi un impero raggirando i grandi players di Wall Street. Come racconta la sua biografia, dopo la crisi dell’87 Belford perse tutto e fu costretto a ripartire da zero. Dopo aver “fiutato” un bel giro di affari nella vendita di Penny Stock, si “riciclò” in un garage di provincia (il garage è il posto dove nascono i sogni in America) e da lì cominciò la sua rapida e folle scalata a Wall Street che lo porterà prima sulla copertina di Forbes e poi all’arresto.

Truffe (tante), fama (a quintali) e declino (appena accennato) di un uomo venuto dal nulla ma capace di farsi beffe del Mercato finanziario più importante del mondo da un ufficio improvvisato, in compagnia del suo esercito fedele di “sfigati” adepti che reinventò brokers d’assalto. 

UN FILM IN 3D: DONNE, DENARO, DROGA- Se i tempi d’oro di Casinò e Toro Scatenato sono effettivamente lontanissimi, siamo altrettanto distanti dalle tinte fosche e noir del più recente The Departed. Ne Il lupo di Wall Street il tono è farsesco, quasi comico. C’è casino (non casinò) dall’inizio alla fine e il divertimento nasce soprattutto da un rapporto di riconoscenza/ lealtà maschile tra il capo e i suoi famelici e fedeli adepti che gli devono tutto. E’ l’esaltazione di un certo tipo di amicizia tra uomini cinica, sboccata ma sincera che di solito nasce al bar sotto casa. Lo spettatore maschile (cattolico, frustrato… italiano o italo-qualcosa) è spinto dal primo istante ad identificarsi nel protagonista principale. “Fai come vuoi, ma se non hai le tre D (donne, denaro, droga) non sei nessuno”: ecco cosa ci sussurra nell’orecchio questo film. Il cinema di Scorsese è lo stato dell’arte del “vorrei ma non posso” di provincia.

Attraverso gli exploits dei suoi personaggi svegli, corrotti e intrallazzoni sentiamo, per assenza, il silenzio e la frustrazione di chi invece sceglie (o forse sarebbe meglio dire “si arrende a..”) l’onesta vita di cittadino comune. Scorsese è il cineasta che più di chiunque altro flirta con il peccato (nel senso più cattolico del termine), con la criminalità, rendendo questi elementi sexy e attraenti come una bella donna. Siamo nello stesso immaginario corrotto che anima una certa scena musicale gangsta rap in voga oggi tra i giovani di tutto il mondo. Questa è forse la caratteristica più fastidiosa di The Wolf of Wall Street: sembra volerti convincere che non ci siano ripercussioni serie nell’essere un criminale. Questa esaltazione primordiale dell’eccesso (che fu lo stile di vita dello stesso Scorsese a suo tempo) fa del regista dalle grosse sopracciglia un grande cantore del sogno americano e delle sue derive superomistiche. Il film è un continuo American dream “in acido”. Il regista è quanto mai indulgente con il crimine, con la droga ecc. e riprende tutto dal punto di vista di Jordan come a condividerne scelte, stile di vita, atteggiamenti maschilisti ed eccessi sfrenati.

PROVA A PRENDERMI- DiCaprio è bravissimo ad interpretare il suo ambizioso personaggio, anche se bisogna smetterla di paragonare il suo modo di essere attore a quello di De Niro. Il fatto di aver legato (in epoche diverse) buona parte della loro carriera alla regia di Scorsese non fa di De Niro e Di Caprio due “animali cinematografici” paragonabili. A differenza del mostro sacro Bob, il divo di Titanic raggiunge vette di eccellenza  specie quando veste i panni a lui più congeniali, ossia quelli del truffatore di professione. Se si paragona questa interpretazione a quella di “Prova a Prendermi” (due personaggi piuttosto simili Frank Abbagnale e Jordan Belfort) ci si accorge poi che in questi anni il buon Leo ha incamerato un bel quantitativo di carisma e di verve comica: merito soprattutto del matrimonio professionale con Scorsese. The Wolf of Wall Street è un divertente one-man-show condito da alcuni momenti in cui Leo deve farsi un po’ da parte per lasciare spazio a Jonah Hill ma soprattutto a Matthew McConaughey (suo competitor numero uno ai prossimi Oscar).

Il trailer di questo film era fantastico: 2 minuti e mezzo di trascinante follia sulle note di “Black skinhead” di Kanye West. Il film, dal canto suo, cerca in tutti i modi di esserne all’altezza nonostante la durata (quasi 3 ore). La lunga scena in cui i due compari Leo Di Caprio e Jonah Hill  (un ottimo duo comico) decidono di impasticcarsi con del metaqualone Lemon 714 scaduto è già un cult.

Ecco il trailer:

Note sul cast: Matthew McConaughey è l’attore del momento. Jonah Hill pronto per un ruolo da protagonista. Notevole “lo sbirro buono” Kyle Chandler. Bona senz’anima Margot Robbie. Jean Dujardin (The Artist) poco valorizzato.

Se Scorsese fosse italiano e più vicino alla storia e alla politica italiana, probabilmente avrebbe già realizzato il suo biopic su Berlusconi. Probabilmente se Scorsese fosse italiano non sarebbe Scorsese.

Non il miglior Scorsese, comunque. Chiunque sostiene il contrario non dovrebbe lasciarsi trasportare dall’euforia del momento, ma piuttosto rispolverare titoli come Casinò, Toro Scatenato e Quei bravi ragazzi, tanto per citare i migliori. C’è tanto più cinema lì dentro. Com è The Wolf of Wall Street? Mettiamola così: al pubblico maschile piacerà.

di Giuseppe Piacente

10 (al trailer)

 

7 (al film)

 

Author: copyisteria

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