CINEMA. LUCY, di L. Besson

Film: Lucy

Regia: Luc Besson

Anno: 2014

Cast: Scarlett Joahnsson, Morgan Freeman, Choi Min Sik

LA TRAMA- Lucy, ragazza sui vent’anni un po’ persa e non particolarmente dotata, studia a Taipei e non sa che fare di sè stessa. Frequenta uno sbandato che la mette in un pasticcio con la mafia coreana. Lo spietato capobanda Mr. Jang (l’attore Choi Min-Sik, protagonista di Old Boy) pretende di trasformare la ragazza in un corriere della droga; dopo un violento pestaggio, Lucy viene costretta a trasportare un nuovissimo farmaco dalle facoltà portentose, il CPH4 sintetico, ma qualcosa non va come previsto e la ragazza acquista straordinarie capacità fisiche e cerebrali. Divenuta una spietata guerriera, Lucy inizia un viaggio ai confini della realtà in una dimensione parallela in cui realtà e fantascienza si frappongono con ostentata leggerezza.

C’è la realtà di Lucy e poi c’è la realtà degli altri, su tutti il professore universitario di biologia dell’università di Parigi Samuel Norman, interpretato da Morgan Freeman che, con le sue teorie sulle capacità del cervello umano, dovrà aiutare Lucy nella sua faticosissima ricerca della verità. Sempre a metà strada fra racconto meta-fisico e lezione accademica, le vicende si intrecceranno all’azione e allo sci-fi fino a scomparire miseramente sotto il peso di queste ultime.

LUCY BESSON- Besson dirige Scarlett Johansson in un fanta-thriller movie piuttosto debole ma vincente al botteghino. Le gesta, a metà tra Limitless e Nikita, sono un già visto che non aggiunge nulla o quasi al genere, anzi. Il fantascientifico “spinto” che domina le immagini avvicina il prodotto più a un cinecomic con velleità scientifiche che ad un film impegnato. A perderci è il contenuto teorico “serio” che Besson tenta di esporre. Scomodare Heidegger e la sua lezione su “Essere e Tempo”, scomodare le grandi teorie evoluzionistiche di questi anni per giustificare una supereroina dai poteri illimitati è una scelta (sbancabotteghino) piuttosto poco pertinente, furbetta ed anche poco corretta nei confronti dei pensatori. Va bene trattare un tema così sentito e vissuto, specie in Francia, quale quello delle capacità del cervello umano ma Besson, a nostro parere, perde (volontariamente?) di vista l’obiettivo vero per lasciare spazio all’azione fine a sé stessa.

SCIENZA COL BOTTO- L’azione, troppo concitata, travolge tutto al punto che è difficile anche dare un voto agli attori (pur sempre bravi) e allo stesso regista. Difficile pensare che questo film abbia “esplorato un tema scientifico in voga”, facile capire perché tantissima gente sta andando a vederlo (già ora è il film di Besson che ha incassato di più). Le scene fantascientifiche distraggono dall’ascolto e dalla stessa percezione del pensiero che si vuole esporre. Anche la stessa scenografia rovina sul film come un sasso scagliato da una grande altezza: Parigi e la sua bellezza vengono messe in secondo piano, il resto è un contorcersi di idee e immagini che devono giungere alla conclusione.

In definitiva, Lucy è un film dai grandi contenuti teorici che si perde inseguendo innovazione e sorpresa ma rappresenta una involuzione del regista. Il film prende fin da subito una diramazione fantascientifica, da blockbuster, un po’ sorprendente ma tutto sommato superficiale, o forse solo inutile. L’eroina di Besson (nel senso di eroe donna) non è un granché.

 

di Maurizio Musu

5+

Author: copyisteria

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