CINEMA, LA NOTTE DEGLI OSCAR. Il Kolossal storico non tira più

CHE NOTTE!- La notte tra il 23 e il 24 febbraio non è stata una notte come tutte le altre. È stata per molti una notte insonne, in cui è quasi un dovere rimanere svegli. È stata una notte da godersi in compagnia, ma anche in solitudine, coccolati da un cognac. In cui è lecito bere, scherzare, gridare e sperare. È stata la notte di invidia e ammirazione, di omaggi, consacrazioni e qualche delusione. Una notte, citando Venditti, di lacrime e preghiere. Ma, no, non è stata semplicemente una notte. È stata La notte: la notte degli Oscar.

Passeggiare sul Red Carpet significa sfilare di fronte a miliardi di occhi smaniosi e di mandibole cadenti che masticano commenti di venerazione verso chi ha l’onore e l’onere di essere li.

La manifestazione si scalda con le ultime luci del sole che, con l’aiuto di sapienti riflettori, illuminano l’arrivo di coloro che, per una sera, saranno tutti egualmente protagonisti. Tra brillanti e papillon, strascichi infiniti e scollature vertiginose, le star sfoggiano la loro entrata più teatrale, rilasciando sporadiche interviste altezzose, badando che si notino tanto il sorriso smagliante quanto il luccichio degli occhi.

Padrone di casa per questa 85° edizione è Seth McFarlane, la mente e la voce di molti dei personaggi delle serie animate I Griffin e American Dad!, nonché ideatore e doppiatore di Ted, l’orsacchiotto ninfomane più simpatico del grande schermo. È proprio lo stesso conduttore che regala risate e spunti interessanti a una serata che comincia con una performance da musical anni ’50.

WALTZ, CHE CONFERMA! DANIEL DAY LEWIS UOMO DEI RECORD- Ma veniamo al sodo parlando di premiazioni. Tantissimi gli ospiti che hanno annunciato vincitori e consegnato statuette dorate. Tra i più importanti certamente i protagonisti maschili del film The Avengers, Daniel Radcliffe insieme a Kristen Stewart, Dustin Hoffman con Charlize Theron, Jack Nicholson, Maryl Streep fino alla first lady americana Michelle Obama che, in diretta dalla Casa Bianca, ha annunciato il vincitore del premio per il Miglior Film. Fra i trionfatori, quasi inaspettatamente, ha fatto incetta di premi il fantastico Vita di Pi di Ang Lee con ben quattro statuette, anche di una certo peso (Miglior Regia, Fotografia, Colonna sonora, Effetti Speciali). Tre Oscar, tra cui l’ambito Miglior Film, sono andati ad Argo, pellicola politicamente impegnata diretta magistralmente da Ben Affleck, esordiente di lusso dietro alla macchina da presa. Tre riconoscimenti anche per il musicolossal Les Misèrables e due per la versione tarantiniana di

Django, incluso quello per la Migliore Sceneggiatura Originale, già vinto dal regista di Knoxville per Pulp Fiction. “Solamente” due statuette anche per Lincoln. Segno, forse, che il kolossal storico ha perso molto dell’appeal di un tempo. Portarsi a casa due statuette non si può certo considerare un fallimento, ma con ben 12 candidature forse Spielberg e i suoi sterminati ammiratori si aspettavano

qualcosina di più, soprattutto dopo che Ang Lee ha soffiato proprio al papà di ET il premio per la Miglior Regia. Per quel che riguarda l’attesa consegna dei premi individuali per gli attori, trionfano da Non Protagonisti Christoph Waltz nel ruolo del Dr. Schultz in Django Unchained (lo stesso trattamento gli era stato riservato per la parte di Hans Landa in “Bastardi senza gloria”) e i soli 18 minuti di Anne Hathaway ne Les Misérables. Come Attori Protagonisti, la giuria ha premiato la lanciatissima ventiduenne Jennifer Lawrence (tanto lanciata da cadere rovinosamente sulla scalinata) per l’interpretazione ne Il lato Positivo, battendo l’ardua concorrenza della piccolissima Quvenzhané WallisRe della terra selvaggia. Sale sul piano più alto dell’Olimpo hollywoodiano  Daniel Day Lewis, più Lincoln del vero Licoln, primo nella storia a vincere per tre volte il prestigioso premio.

IL QUESITO FINALE. COME SI FA A NON PREMIARE IL FILM DI ZEITLIN?- Tra gli sconfitti illustri, sicuramente avrebbe meritato almeno un riconoscimento il meraviglioso Re Della Terra Selvaggia del giovane e talentuosissimo Benh Zeitlin. Aver snobbato un film del genere rappresenta una sconfitta colossale per tutto il movimento di Hollywood e dimostra ancora una volta quanto, in manifestazioni come questa, il budget e la promozione mediatica spesso contino più della creatività vera e del coraggio indipendente.

Altro escluso eccellente dal giro dei vincitori, a nostro avviso, è il lungometraggio di Tim Burton Frankenweenie nella categoria film d’animazione. Fa discutere infine la reiterata mancanza all’appello di Leonardo Di Caprio, soprattutto dopo l’ottima interpretazione nel film di Tarantino il quale, cavallerescamente, non ha esitato a ringraziarlo al momento della premiazione.

Durante lo spettacolo, alcune performance hanno concesso agli ospiti di  attenuare la suspense. Adele ha coronato la vittoria dell’Oscar per la Miglior Canzone Originale esibendosi con la sua Skyfall. Rimanendo nel mirino di James Bond, di cui è stato festeggiato il 50° compleanno del primo film (Dr. No), intensa ed emozionante è stata l’esibizione di Shirley Bassey che ha cantato l’intramontabile Goldfinger. Da brivido anche lo spettacolo che ha riunito tutti protagonisti de Les Misérables sotto alle logore bandiere francesi ottocentesche. Hugh Jackman, Anne Hathaway, Russel Crowe, Sacha Baron Cohen – e chi più ne ha più ne metta – hanno infuocato il palco del Dolby Theatre con uno dei grandiosi brani del film ispirato al romanzo di Victor Hugo. Superlativa la prova  della bella Catherine Zeta Jones in All That Jazz tratto da Chicago, come anche l’esibizione della divina Barbra Straisand con The Way We Were.

Il Gran Gala del Cinema ha regalato anche un momento di profonda commozione, quando con l’In Memoriam sono state ricordate le grandi personalità che hanno reso grande il cinema di ogni tempo. In mezzo a queste, col sottofondo de La Mia Africa, fa capolino anche il volto del compianto sceneggiatore/poeta nostrano Tonino Guerra.

di Giulio De Arcangelis

Author: copyisteria

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