CINEMA. I verdetti del Festival Mix di Milano | La rassegna dedicata all’universo gaylesbo e Queer culture

Domenica 3 luglio si è conclusa la trentesima edizione del Festival Mix Milano (Festival dedicato al mondo gaylesbo e alla Queer culture)

Ed ecco i vincitori del 30° Festival Mix. Iniziamo dai LUNGOMETRAGGI: sul podio l’israeliano Barash, esordio di Michal Vinik, medaglia d’argento a La belle Saison di Catherine Corsini e il bronzo a Liebmann della regista tedesca Jules Herrmann.

La motivazione della giuria per Barash: “E’ un film che, grazie a una certa ricerca e attenzione al dettaglio incontra e rappresenta al meglio le nuove generazioni. Unisce ad una narrativa di puro intrattenimento temi forti come il “confine”, interiorizzato o esteriorizzato, e il dialogo con ciò che vive al di là del muro, comunque si percepisca il muro. Pure con qualche facilità e perfino ingenuità registica, il film ci pare possa diventare un punto di riferimento per un’onesta lettura della realtà, in la-belle-saison cui la riflessione sull’identità si sposta sempre di più verso il genderfluid, garantendo così una pluralità e complessità narrativa nuova e gravida di spunti futuri”.

Una menzione è stata assegnata a Jason e Shirley dell’americano Stephen Winter “per la capacità di raccontare lo sguardo sull’altro, con un film low budget eppure attento a ricostruire le trame di un momento cruciale per la storia del cinema sperimentale, ma anche capace di farsi punto di riferimento e pietra miliare nella storia del movimento”.

 

Per la sezione DOCUMENTARI è stato premiato Coming Out di Alden Peters, un video diario e racconto quasi reality-tv delle reazioni di una famiglia alla rivelazione dell’omosessualità del figlio. Questa la motivazione della giuria: “ha voluto, anche simbolicamente, premiare il più giovane autore in gara per il coraggio di mettere in scena se stesso rendendo il suo coming out privato una storia universale e per la capacità di stimolare la discussione sui temi dell’omofobia e del bullismo con un approccio, sia tecnico che stilistico, istintivo e anche per questo molto efficace”.

Menzione speciale a Packed in a Trunk.The lost art of Edith Lake Wilkinson di Michelle Boyaner e Jane Anderson che racconta la storia dimenticata della pittrice Edith Lake Wilkinson, internata nel 1924 in un manicomio sia per motivi finanziari sia a causa della sua lunga relazione con la compagna Fannie.

Il premio dei CORTI è stato assegnato a 09:55 – 11:05 DI Ingrid Ekman, Bergsgatan 4B di Sophie Vukovic e Cristine Berglund per “la profondità e la raffinatezza con cui viene trattato il tema della sessualità in età senile. Per l’utilizzo di immagini forti e realistiche, ma sempre delicate, che mostrano il desiderio del corpo femminile ad ogni età. Per l’attenzione e la cura dedicata alla fotografia e al montaggio”.

Menzione speciale a Oh-Be-Joyful di Susan Jacobson per:“l’efficacia del messaggio ed il modo ironico e divertente di trattare il tema della libertà di essere sé stessi, ribaltando la visione del rapporto generazionale”.

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Author: copyisteria

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